SCHEGGE DI JAZZ PURISSIMO, NEL GRIGIORE COMMERCIALE

 
 
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L’ARTE DI ARTIE



Di Paolo Piccardo



Artie Shaw ha deposto definitivamente il suo clarinetto nel 1954,(è scomparso nel 2004!)  ma la sua musica continua ad essere amata,studiata e commentata ancor oggi. E’ ironico che la sua enorme popolarità come icona dello swing abbia portato a mettere in ombra la sua statura di musicista jazz creativo, tuttavia recentemente questo aspetto fondamentale del suo contributo ha iniziato a ricevere attenzioni critiche appropriate.
Uomo tormentato, ebbe un’immagine anche glamour, che include otto mogli  tra cui le attrici Lana Turner e Ava Gardner. Varie avventure di Hollywood e il suo improvviso abbandono della carriera musicale in più occasioni ne fecero un personaggio imprevedibile ed iconoclasta. Più tardi prendera’parte a numerosi talk shows come articolato commentatore, autore di libri ed una celebre autobiografia,”The trouble with Cinderella” (1952).

Scrive di se stesso: “Ho sempre cercato di suonare musica che mi soddisfacesse, fermo restando l’imperativo di compiacere più gente possibile, in modo da procurarmi i soldi per poter pagare strumentisti sempre migliori. Tuttavia, da un punto di vista strettamente creativo non sono mai stato un musicista .Dal mio punto di vista nessun esecutore che si dedica alle grandi masse può essere considerato creativo…”
Dunque un uomo che si sottovalutava, ma, senza scendere in profondità, siamo in presenza di un genio, di un grande virtuoso del clarinetto e della composizione musicale.
Come sono esistiti grandi dualismi nello sport, anche nello swing il clarinetto era il regno di due competitori, Artie Shaw e Benny Goodman. E’ difficile schierarsi a favore dell’uno o dell’altro, troppo diversi gli stili e la tecnica. Benny è più fluido, le sue cascate di note sembrano acqua di un ruscello che scorre, dove Artie suona più moderno, spesso più aspro ma altrettanto espressivo, e dalla tecnica inarrivabile, soprattutto nelle note acute. Si ascolti il suo “Concerto for Clarinet” del 1940, o alcuni passaggi terrificanti in “Lady Be Good”. Personalmente ho fatto molte trascrizioni dei suoi dischi, per big band, e non posso fare a menoo di rabbrividire quando, dopo aver decifrato alcune frasi, penso al clarinettista che dovrà eseguirle - (Laby Be Good,Artie Shaw solo (parz),trascriz. P.Piccardo per NP Big Band).



Shaw si circondo’ di buoni musicisti che contribuì a formare egli stesso. “Era una scuola di musica. Ho plasmato la sezione sax prova dopo prova” Beh,la sezione sax  esegue i suoi passaggi come fossero un solo di Artie, armonizzato. Tra essi musicisti del calibro di George Auld, Tony Pastor, e soprattutto il poco noto ma meraviglioso Les Robinson, sax alto conduttore. Non dimentichiamo poi il grande Buddy Rich, il batterista motore della formazione del periodo d’oro 1938/1939.
In quest’arco di tempo ogni incisione è eccezionale, l’insieme è splendido ed è coronato dalla voce di Helen Forrest, vera star delle migliori orchestre della Swing Era.
Oltre alla dovizia di incisioni ci sono diversi video, tutti interessantissimi.







Raccomando “A Class In Swing” https://www.youtube.com/watch?v=ORD8HAeNxy4 che si apre con la fosca sigla “Nightmare” e che spiega come funziona una big band oppure un video del suo pezzo più celebre, ”Begin The Beguine” https://www.youtube.com/watch?v=HAimMgweUxk
I musicisti noteranno che Artie tiene la legatura dell’ancia del suo strumento rovesciata, cosa estremamente rara in quel periodo, ma oggi diventata pratica comune.
Artie Shaw non smise comunque mai di sperimentare. Il quintetto costruito all’interno della band, negli anni ’40, noto come i “Gramercy Five “ schierava il pianista Johnny Guarnieri nientemeno che al…clavicembalo, con risultati sorprendenti
https://www.youtube.com/watch?v=I7Qm1Y8885w  (Special Delivery Stomp,3 settembre 1940,basato su un riff di “Man From Mars” del 1938)
Più suggestivo fu l’ingresso in orchestra,nell’aprile 1938, della meravigliosa Billie Holiday, che doveva procurare ad Artie parecchi problemi a causa della razza. In un locale di Seattle il gestore si rifiutò di servirla a tavola; ne seguì una causa intentata da Artie e susseguente pagamento dei danni. Nel profondo Sud i problemi furono naturalmente maggiori, la cantante non poteva sedere sul palco ma rimanere nelle quinte ! finché venne assunta Helen Forrest per prenderne il posto nelle situazioni più difficili. La convivenza delle due ragazze pero’ non andò bene e Billie rinunciò, con grande dispiacere di Artie. Purtroppo per problemi contrattuali (Lady Day era legata alla Brunswick mentre Shaw incideva per la Decca) resta soltanto un disco, straordinario, che testimonia il connubio riuscitissimo tra i due, e che costò alla Holiday una forte penale da pagare.

https://www.youtube.com/watch?v=-GxPpTf97VI (Any Old Time,24 luglio 1938)
Non mancarono incursioni in musiche più esotiche. Quando nel 1940 Artie, stremato dallo stress, abbandonò l’orchestra sparendo per tre mesi (con grande sgomento dei suoi fans), si rifugiò in Messico, da dove tornò pieno di nuove idee e melodie che ancora ben si ricordano: Frenesi, Adios Mariquita Linda, Danza Lucumi ( e per le quali subì una causa da parte di Ernesto Lecuona per problemi di copyright). Da quel momento Shaw iniziò un viaggio di ricerca musicale che abbandonava lo swing tradizionale verso sonorità più moderne, e con risultati, francamente, a volte inascoltabili. Tuttavia la sua produzione resta una vera gemma nel panorama degli anni 30 e 40. Personalmente ritengo la sua band la migliore orchestra bianca (mi si passi il termine) di sempre.

 

 


 

 



 

 

 

 


 

 

 

 





 

 
 
   
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