Chet Baker Quartet

 
 
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CHET BAKER QUARTET
Il fiore e' sbocciato


 

 

di Corrado Barbieri

 

 


" ...Più la gente lo ascolta, più riconosce in lui uno dei grandi solisti americani del 20* secolo" , così si esprimeva il musicologo Doug Ramsey parlando di Chet Baker, che nel 1953 esordisce con una sua band. Alle sue spalle vi sono le esperienze straordinarie con il Gerry Mulligan Quartet ed ora entra nella maturità artistica a 24 anni, con una formazione comprendente il pianista Russ Freeman e sezioni ritmiche che alternano vari elementi tra cui il più raffinato dei batteristi West Coast, Shelly Manne.
Intervistato a fine anni '80, Freeman così si esprimerà su Chet "...a volte pensavo, ascoltandolo - da dove viene quello? - Cosa sta tirando fuori questo ragazzo? Che spesso negli assolo sembra avere il controllo del mondo?". In realtà tra Chet e Freeman si stabilisce, anche se non immediatamente, un feeling in grado di far nascere una collaborazione che durera' anni e una musica che tocchera' vertici altissimi.
Una cascata di idee musicali che fluiscono fresche e nitide dalla tromba di Chet, in una lunga serie di brani che usciranno quell'anno dalle sedute con la Pacific Jazz, in prevalenza ballads, tra cui la bellissima "Imagination", "The thrill is gone" (che costituirà un suo classico negli anni a venire), e l'intimistica "Moon love".
E Freeman, un musicista di estrazione classica, sembra esattamente il pianista su misura per Chet, fornendogli la solida base su cui si arrampicherà nei suoi assoli e che sara' anche sottofondo ideale per il suo canto.
Il 9 maggio del '54 il quartetto si esibisce all' Universita' del Michigan ad Ann Harbor (con Carson Smith al basso e Bob Neel alla batteria), un concerto che sara' registrato dando vita all 'LP Jazz at Ann Harbor. Chet e' davvero all'apice della sua forma artistica e i brani "Line for Lyons" di Mulligan e un "My funny Valentine" in una tonalita' bassa sono da ascoltare e riascoltare, non foss'altro per il timbro, che definirei ipnotizzante.
Nell'album si ascoltano anche brevi annunci dei brani dalla voce di Chet.
Quando Chet e Russ si riuniranno di nuovo nel 1957, ma con la denominazione Quartet: Russ Freeman and Chet Baker, per il "disco rosso", un LP con 8 brani, nascera' un' altra opera d'arte, magistralmente impreziosita da una sezione ritmica superba, che vede Shelly Manne affiancato a Leroy Vinnegar al basso. Il vecchio motivo "The Love Nest", dove Chet usa la sordina, diventa un' irresistibile fonte di swing, "Summer Sketch" e' una bellissima, riflessiva composizione di Freeman, che e' autore di sei degli otto pezzi del disco, mentre si puo' facilmente evincere da "Say when" come Chet in quegli anni avesse ricevuto i massimi riconoscimenti dalla stampa del settore.




 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 





 




 


 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 










 

 

 

 

 











 

 

 

 

 





 
 
   
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