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Gene Krupa




di Alan Lynelle



Parlare di Krupa significa in primo luogo trattare di una delle personalita' che hanno fatto la storia del jazz, e, in modo inscindibile da lui, tracciare l' evoluzione della batteria, destinata a diventare strumento chiave della musica afro-americana. Fu infatti Gene a far assumere alla batteria quel ruolo che ancora non aveva avuto, non solo grazie a una tecnica innovativa, ma a farla balzare all'attenzione di pubblico e musicisti grazie alla sua esuberante personalita'.
Nel 1927, a Chicago, aveva militato, giovanissimo, nella band dei McKenzie and Condon's Chicagoans, una delle varianti della Austin High Gang (vedi) e aveva preso parte a quelle prime,storiche registrazioni. A quei tempi era motivo tecnico comune che il "rumore" prodotto dai tamburi impedisse una buona riuscita della registrazione stessa, non potendo essere "retto" dai microfoni. Non dimentichiamo che, proprio basandosi su questa prassi, negli Hot Seven di Louis Armstrong il suono della batteria di Baby Dodds e' appena percepibile,e non sempre. Insomma, il
batterista doveva tenere un basso profilo per non rovinare tutto coprendo gli altri e causando un inaccettabile rimbombo. In quelle registrazioni pero' Krupa e' abbastanza distinguibile.
Come ogni artista, Gene dovette avere dei maestri, proprio quelli fino ad allora poco ascoltabili su disco: Warren Baby Dodds, Zutty Singleton, Dave Tough. Poi ebbe modo di ascoltare e ispirarsi a un musicista molto differente e piu' evoluto, Chick Webb. La batteria stava uscendo dall'anonimato e di li' a poco avrebbe avuto pari dignita' rispetto agli altri strumenti, potendo eseguire assoli e sviluppando una tecnica che l'avrebbe posta all'attenzione del pubblico. Gli elementi di tale cambiamento andavano dalla velocita' e al dinamismo di esecuzione fino all'uso e al suono diverso dei suoi vari componenti, dove Krupa rafforzo' ed evidenzio' l'uso dei piatti, anticipando proprio in questo senso la successiva rivoluzione che doveva investire lo strumento.
E venne il fatidico 1934, con l'entrata di Krupa nella big band di Benny Goodman: fu qui che Gene divento' una celebrita', specie con il noto assolo in "Sing Sing Sing". Era anche lui, come altri jazzman dotati di grande musicalita', uno showman nato, perche' uomini di spettacolo si nasce e non ci si puo' sottrarre, non si puo' scambiare questa caratteristica con il grigiore come forse sarebbe piaciuto a certi critici del dopoguerra... Krupa, con il suo stile, impetuoso, iperdinamico, spettacolare a volte al limite del gigionesco, piaceva alle folle e al contempo influiva su altri batteristi, ma soprattutto era considerato importante, seppur con motivi di divergenza, da uno dei leader e geni musicali piu' esigenti della storia del jazz: Benny Goodman, una credenziale non da poco... E fece ben presto parte di una delle formazioni piu' straordinarie e raffinate di tutti i tempi, il Benny Goodman Trio, poi divenuto Quartet, con Teddy Wilson al piano e Lionel Hampton al vibrafono. Swing puro,in tutti i sensi.
Nel frattempo aveva rivoluzionato la batteria nei suoi singoli componenti e le ditte produttrici, come Slingerland e Zildjian avevano apportato modifiche rispettivamente ai loro tamburi e a tutta la serie di piatti secondo i suoi consigli, cambiamenti di cui avrebbero fruito le future generazioni di batteristi. Allo Smithsonian Museum e' oggi possibile vedere proprio una delle casse Slingerland di Krupa con le iniziali della band di Goodman.
Dopo la militanza con Goodman, un binomio che al pubblico era apparso inscindibile, nel 1938 Krupa usci' per formare una sua orchestra, destinata a operare per lunghi anni, una band che tenne a battesimo la cantante Anita O'Day ed ebbe tra le sue file musicisti come Roy Eldridge, Frank Rosolino e il diciannovenne Gerry Mulligan, che divento' arrangiatore dell'orchestra. Il 1951 fu una data importante per Krupa: entro' infatti a far parte del Jazz at the Philarmonic di Norman Granz, con il quale giro' tutto il mondo, tra concerti e jam session. Seguirono l'anno successivo le registrazioni per la Verve, sedute alle quali presero parte artisti del calibro di Charlie Shavers, Kai Winding, Ben Webster, Oscar Peterson, Illinois Jaquet, Herb Ellis, Ray Brown, Hank Jones, e i vecchi compagni Teddy Wilson e Lionel Hampton, con questi sempre nel contesto di piccoli complessi. Nella sua turbinante attività, Gene riuscì anche ad aprire una scuola di batteria assieme a Cozy Cole.
Con alterne vicende di salute, Gene Krupa suono' fino agli anni Settanta, all'inizio dei quali ebbe ancora l'occasione di esibirsi in una serata di riunione del Benny Goodman Quartet, un concerto filmato che riusci' ancora a regalare al pubblico grandi emozioni. Le sequenze sono rintracciabili nel bellissimo documentario video "Gene Krupa", edito a suo tempo in Italia dalla Delta Editrice di Parma, e vedibile oggi in parte su youtube. Krupa era gia' apparso nei film "The Benny Goodman Story" (vedi) e in " Glenn Miller Story ". Mori' nel 1973 a 64 anni.
E' oggi evidente, per chi e' piu' attento e dotato di maggior sensibilita', che qualcosa in Krupa andava oltre, lasciando trasparire, attraverso i suoi gesti e quel suo stile inconfondibile, il grande amore per questo strumento.


 






 




 










 

 

 








 

 

 

 

 

 














 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 
 
   
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