Potato Head Blues
 
 
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Potato Head Blues

 

di Corrado Barbieri

 

“Uno dei momenti più stupefacenti della musica del XX secolo”
Thomas Ward

Una settimana che può essere ricordata a memoria d’uomo fra le più creative in assoluto in campo musicale e jazzistico in particolare, fu quella che vide il 10 maggio 1927 registrare presso la Okeh Records di Chicago la band denominata Louis Armstrong and his Hot Seven. Questa formazione altro non era se non gli Hot Five, costituiti da Louis Armstrong, sua moglie Lil Hardin al piano, Johnny Dodds al clarinetto, Kid Ory al trombone e Johnny St. Cyr al banjo, con l’aggiunta di Pete Briggs al basso-tuba/Sousaphone e Baby Dodds alla batteria. Varie fonti, tra cui Wikipedia riportano la sostituzione di Kid Ory con John Thomas, ma un attento ascolto e i conoscitori di Ory mettono in dubbio tale presenza.
I brani incisi quella settimana furono tutti straordinari ma la perla jazzistica in assoluto fu Potato Head Blues. Si trattava di una composizione di Louis (per la quale non ci è mai pervenuto il perché della scelta di un tale titolo. Potato Head ha come minimo il significato di stupido, testa di cavolo, o ancora altro…), che non è propriamente un blues anche se la struttura degli accordi della composizione è quella di un blues in 32 battute.
Il brano apre con i musicisti in assieme, ma fin dall’inizio spicca il notevolissimo lavoro di Johnny Dodds al clarino, che intesse una fittissima trama di contrappunto nella sua inconfondibile sonorità. Fa seguito il primo assolo di Louis alla cornetta, seguito da un assolo molto incisivo di Dodds. Dopo un attimo di respiro di poche battute al banjo di St. Cyr, giunge l’assolo di Louis, per il quale è difficile trovare il giusto aggettivo se non parlando di un’autentica eruzione di creatività.
L’assolo è stop-music con un’enfasi e un’emotività che traborda letteralmente. Chiude il brano di nuovo l’assieme.
Potrebbero essere superflue ulteriori considerazioni ma crediamo sia definitivamente significativo che nel film Manhattan di Woody Allen del 1979 il grande regista faccia citare, dal personaggio che lui stesso interpreta, Potato Head Blues come una delle cose per cui valga la pena vivere.

 
   
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