Stardust, Regina delle canzoni
 
 
Dischi
 
Menu' Dischi
 

Stardust, Regina delle canzoni

 

 

di Corrado Barbieri


La "Regina" delle canzoni, a mio avviso. Le sue radici affondano in un periodo talmente affascinante della storia della musica che richiederebbe un intero volume descriverlo e molti cd per assaporarne tutta la bellezza.
E' la Chicago della seconda meta' degli anni '20, di Bix Beiderbecke e dei mille musicisti che stavano facendo nascere il jazz. E l'autore, Hoagy Carmichael, dice in proposito che fu proprio la musica di Bix, per cui aveva un'ammirazione sconfinata, a ispirarlo.
Si trova nel campus dell'Universita' dell'Indiana, a Bloomington, quando inizia a passargli per la mente il motivo, che prova a fischiettare, e quindi si precipita al piano per scriverne le note. E' il 1927 e poco dopo Hoagy la registra alla mitica Gennet, casa discografica storica.
Ma ci vuole un secondo genio per confezionare la regina delle canzoni, ed ecco che entra in scena, due anni dopo, Mitchell Parish, che ne scrive i testi, cosi' poetici e al contempo cosi' lievi che assicurano un contenuto fondamentale al brano. "Qualche volta mi domando: perché passo la mia notte solitaria sognando una canzone?/ La melodia perseguita il mio fantasticare/ ed io sono ancora una volta con te/ quando il nostro amore era appena nato ....".
Provate ad ascoltarla a tarda ora, non importa dove, nel silenzio notturno, e non vi sono dubbi che vi apparirà la polvere di stelle,...! Star Dust, poi col tempo Stardust.
La canzone e' costruita su un tempo medio, ma ecco che un anno dopo, nel 1930, arriva un terzo personaggio, il direttore d'orchestra Isham Jones, che ne rallenta il tempo e ne fa un brano sentimentale: Stardust e' consegnata all' immortalita'.
Si perderebbe il conto a elencare tutti i musicisti e cantanti che l'hanno eseguita fino ad oggi, la rete parla di 1500 registrazioni, il record del 20° secolo. Ma e' sufficiente provare a registrare in un unico cd almeno una ventina di interpretazioni diverse, per rendersi conto di una canzone che e' ascoltabile all'infinito, senza esagerazioni.


Per citare una delle tante possibili compilation:
Louis Armstrong
Jean Garber
Tommy Dorsey
Artie Shaw
Les Brown
Carmen McRea
Jay & Kay
Ted Heath
Duke Ellington
Winton Marsalis
Nat King Cole
Terry Gibbs
Dizzy Gillespie
Coleman Hawkins
Clifford Brown
Frank Sinatra con T.Dorsey
Glenn Miller
Sarah Vaughan
Gerry Mulligan
Dave Brubeck
Kay Starr


Un esperimento da fare, impossibile pentirsene!
E accade anche di legarsi indissolubilmente all'eterea versione di Nat King Cole, o a quella piu' densa di "The voice", o a quella al clarino di Artie Shaw, o alla tonda sonorità della tromba di Wynton Marsalis, o alla variazioni stupefacenti di quella di Sarah Vaughan.
Ma la regina delle esecuzioni di questa canzone regina, per me e' quella dell'autore della musica Hoagy Carmichael, canto e piano, e in particolare una versione dove inserisce certi accenti. E così sembra di trovarsi vicino a lui, con il suo immancabile cappello come il cinema ce lo ha mostrato in "Young man with the horn" mentre prova al piano e riporta le note davanti a se' sullo spartito.
Spiace che Parrish, l'autore delle parole, sia quasi sempre dimenticato, un autore che ha scritto i testi per altre cosette come Deep Purple, Moonlight serenade, Stars Fell on Alabama, Sophisticated Lady.
Fece di Stardust una canzone su una canzone d'amore, senza tempo.





 
   
  scrivi a info@corradobarbieri.com